Tassonomia: Commissione tira dritto su gas e nucleare. All’Eurocamera Pd e M5s contrari

Mairead McGuinness

Bruxelles, 2 feb. (LaPresse) – Era un passo difficile ma necessario. Così la commissaria ai servizi finanziari, Mairead McGuinness, ha commentato la pubblicazione dell’atto delegato complementare sulla tassonomia, ovvero la classificazione delle fonti energetiche per orientare gli investimenti verdi. Il documento introduce di fatto nella tassonomia già esistente il gas e il nucleare, anche se a determinate condizioni. L’obiettivo ultimo è quello di arrivare alla neutralità climatica del 2050 e nelle intenzioni della Commissione per arrivarci occorrono almeno 350 miliardi di investimenti privati l’anno. E la tassonomia servirà proprio a questo: ad indirizzare nei prossimi anni su quali settori “sostenibili” i governi, le banche e i fondi potranno puntare. Non solo: lo schema approvato dall’Esecutivo Ue potrebbe tornare utile nel momento in cui nella riforma delle regole di bilancio Ue si dovesse inserire la norma della ‘golden rule’ sugli investimenti verdi, ovvero sulla possibilità di non considerarli tra le spese di bilancio.

Da quando è stata pubblicata la bozza, la notte di Capodanno, il provvedimento ha scatenato forti reazioni tra gli Stati e nella politica interna ed europea. Tra i sostenitori e i contrari al nucleare e quelli che criticavano le soglie per l’inserimento del gas come fonti di transizione. Alcuni Stati come l’Austria e il Lussemburgo hanno minacciato di ricorrere alla Corte di giustizia europea, ma i tecnici di Palazzo Berlaymont rassicurano di aver agito nel rispetto del regolamento sulla tassonomia avendo ammesso che “gas e nucleare non sono neutrali dal punto di vista climatico e non sono rinnovabili”. Che “non sono verdi di per sé, ma consentono la transizione verso un sistema energetico sostenibile”, spiegano fonti Ue. E poi, la tassonomia “non è uno strumento di politica energetica dell’Ue”, spiega la commissaria McGuinness, perché “gli Stati membri sono pienamente responsabili della decisione del proprio mix energetico”, rimane pertanto una guida, “uno strumento volontario”.

Nella querelle tra gli Stati l’Italia si era attestata su posizioni insolite e intermedie. Sul gas aveva chiesto l’innalzamento della soglia dei 100 grammi di Co2 per kWh per gli impianti che producono gas, di almeno tre volte, proprio mentre in molti criticavano la presenza stessa del gas nella tassonomia. In sostanza allo stato attuale tutte le centrali a gas del nostro paese dovrebbero essere rinnovate per accedere agli investimenti verdi. Sul nucleare, invece, il governo italiano si era astenuto dall’esprimere una posizione, anche se il ministro Roberto Cingolani si era espresso a favore dello sviluppo di piccoli impianti nucleari modulari di nuova generazione. “Sul nucleare ogni tre anni dovremo esaminare i criteri quando parliamo della migliore tecnologia disponibile che è probabile che si evolva nel tempo quando si tratta di rifiuti”, ha spiegato la commissaria, indicando come esempio la Finlandia, che continua a sviluppare il nucleare e allo stesso tempo avanza spedita sulle rinnovabili prevedendo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2035.

Eric Mamer, Mairead McGuinness

La battaglia vera e propria arriva ora: il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue hanno quattro mesi (più due di ulteriore controllo) per esaminare il documento e opporsi. Al Consiglio per bocciare il testo serve la maggioranza qualificata rafforzata, il che significa almeno il 72% degli Stati membri (ovvero almeno 20 Stati membri) che rappresentano almeno il 65% della popolazione dell’Ue. Al momento non ci sono 20 Stati in grado di far decadere l’atto. L’insidia viene piuttosto dal Parlamento europeo, dove basta la maggioranza assoluta per far decadere l’atto. Le posizioni sono differenziatevcon forze della maggioranza ‘Ursula’ che hanno già dichiarato il proprio voto contrario. I Verdi all’Eurocamera parlano di operazione di ‘greenwashing’ e promettono battaglia, così come il Movimento Cinque Stelle, che si dice deluso dalla scelta della Commissione, una soluzione che “contrasterà in tutte le sedi”, ha detto lo stesso presidente Conte. Non dovrebbe mancare il sostegno del Ppe e, al di fuori del perimetro della maggioranza Ursula, anche della Lega e di Ecr, mentre decisiva risulta la posizione del gruppo di S&D, al momento orientato per il voto contrario anche se è probabile si spacchi. La delegazione del Partito democratico ha annunciato che non appoggerà l’atto e chiede che “venga rivisto, dando spazio soltanto alle fonti di energia realmente sostenibili”.

 

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