Bruxelles, 13 gen. (LaPresse) – Adeguare i vincoli di deficit alla situazione specifica per paese. E’ una delle strade che sta prendendo piede nel dibattito per rivedere le regole fiscali europee che prenderà ufficialmente il via a marzo, quando la Commissione avrà presentato le sue proposte. Lunedì intanto una prima discussione sulla riforma del Patto di Stabilità sarà al centro della riunione dell’Eurogruppo, assieme alla situazione economica alla luce della nuova ondata pandemica e allo stato di avanzamento della riforma del Mes. Tra i ministri delle finanze Ue – e questa è la novità – sta emergendo l’orientamento di legare i vincoli di bilancio alle raccomandazioni specifiche per paese e al concetto di responsabilità nazionale. A riferirlo è un alto funzionario Ue che ha delineato il quadro in vista della riunione dell’Eurogruppo. Nelle nuove regole gli obiettivi di rientro del deficit potrebbero essere definiti in base alla situazione di ogni singolo Stato. Si sta cercando poi di riconoscere che l’attuazione delle regole non dipenda principalmente dalle sanzioni (che non sono state quasi mai applicate), ma da una titolarità nazionale, spiega il funzionario.
La discussione sulle sanzioni partirà dalla consapevolezza che queste non sono state molto utili e questo forse significa che “il miglior risultato è che ognuno si prenda cura della propria casa”. “Forse c’è un accordo molto forte su questo. E gran parte di questa discussione sta trovando modi per rafforzare la logica”, riferisce la fonte. Un altro argomento importante che è emerso nelle discussioni “è il ruolo della politica di bilancio degli aggregati dell’area dell’euro”. Si cerca cioè di adattare i vincoli di bilancio alle raccomandazioni della zona euro e alle raccomandazioni specifiche per paese. “Questo è in realtà un concetto relativamente nuovo. Non faceva parte del pensiero al momento della creazione del Trattato di Maastricht”, spiega la fonte, che assicura un ampio consenso tra gli Stati sulla necessità di rivedere le regole.
Lunedì i ministri delle finanze faranno anche il punto sulla situazione derivante dall’ultima ondata Covid. C’è stata una certa preoccupazione per un’imminente ondata di insolvenze delle imprese una volta ritirate le misure pubbliche di sostegno all’emergenza, spiegano i tecnici Ue. Ma ora che queste misure vengono gradualmente eliminate, “forse un po’ più lentamente ora con Omicron”, le insolvenze aziendali “rimangono sorprendentemente basse rispetto alla gravità della crisi e rispetto alle medie storiche”. Ciò testimonia l’efficacia delle misure di sostegno che sono state messe in atto, ma anche della resilienza della nostra economia più in generale. “Chiaramente, non siamo ancora fuori pericolo”.
L’altro aspetto è l’indebitamento e la vulnerabilità delle imprese, che sarà uno dei lasciti di questa crisi. Ma visto che non si sa ancora quanto durerà questa situazione di pandemia occorre “tenere alta la guardia e continuare a prepararsi per vari scenari”. E una delle cose importanti è trovare il modo di supportare il reddito delle aziende. La situazione, poi, va detto, varia in gravità tra i paesi e tra i diversi settori. Le prospettive sull’occupazione, invece, rispetto agli Stati Uniti, sono piuttosto buone, “siamo effettivamente riusciti a mantenere più persone nel mercato del lavoro che negli Stati Uniti”. La seconda discussione tematica riguarda la vulnerabilità aziendale post Covid. Ora, chiaramente non siamo ancora post Covid, il meglio che possiamo fare è esaminare vari scenari. E preparati a diverse eventualità.
Nell’incontro il presidente Paschal Donohoe, farà anche un “richiamo amichevole” all’Italia per non aver ancora ratificato il nuovo trattato del Meccanismo di Stabilità (Mes), che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, aveva promesso sarebbe stato approvato entro il 2021. “Abbiamo piena fiducia nell’Italia come in altri Stati membri che onoreranno loro impegni politici”. All’appello mancano ancora Germania, Francia e Portogallo ma a Berlino il processo di approvazione è bloccato da un ricorso alla Corte costituzionale, su cui il governo non può intervenire, mentre il procedimento di ratifica in Francia e in Portogallo è a uno stato molto avanzato ed è anche possibile che sia concluso per la riunione di lunedì.