Covid: al via pillola Pfizer, la prima in Ue. Ecdc, giovedì nuova mappa colori

Bruxelles, 27 gen. (LaPresse) – Via libera alla prima pillola anti-Covid in Europa. Con l’ok dell’Ema alla commercializzazione della pillola di Pfizer Paxlovid l’Europa ha ora un’arma in più per combattere il virus. E il farmaco sembra essere efficace anche nel contrastare i sintomi dovuto alla nuova variante. L’annuncio è stato fatto a poche ore dalla nuova valutazione del rischio da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). La variante Omicron si sta diffondendo con una velocità e un’intensità senza precedenti in tutta l’Ue, con tassi di infezione tre volte superiori al picco più alto registrato finora durante la pandemia, rileva il centro. Anche se la pressione ospedaliera si fa sentire su molti paesi, dovuta all’alto numero di casi, gli sforzi dovrebbero essere incentrati a far vaccinare chi ancora non lo è e nella somministrazione delle dosi di richiamo.

L’Ecdc stima che l’attuale tasso di seconde dosi raggiunto all’inizio di gennaio potrebbe ridurre i futuri ricoveri ospedalieri dovuti a Omicron di 500.000-800.000 unità in tutta l’Ue, ripristinando livelli più elevati di protezione del vaccino. Non solo: l’estensione del programma di richiamo (terza dose) a tutti gli individui precedentemente vaccinati potrebbe ridurre i ricoveri di altri 300.000-500.000. La commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, definisce “incoraggiante il fatto che il numero di persone che si ammalano gravemente e che necessitano di cure ospedaliere non abbia seguito lo stesso percorso dei casi di Omicron”, ma avverte: “il virus rappresenta ancora una seria minaccia, soprattutto per i più vulnerabili nelle nostre società e i non vaccinati. Mentre in alcuni Stati membri il picco di infezione sembra essere stato raggiunto di recente, la pandemia non è finita”.

E per rendere la “situazione più sostenibile”, anche dal punto di vista sociale ed economico, non c’è altra strada che aumentare l’immunità della popolazione, è il messaggio trasmesso dalla commissaria. La buona notizia è che da oggi ai vaccini si aggiunge l’antidoto della pillola di Pfizer, destinata a chi ha contratto il Covid. I dati hanno ampiamente dimostrato che previene dal rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte. E’ destinata agli adulti “che non necessitano di ossigeno supplementare e che sono ad aumentato rischio che la malattia diventi grave”. Paxlovid, il primo medicinale anti-Covid da somministrare per via orale raccomandato nell’Ue, contiene due principi attivi, PF-07321332 e ritonavir, in due compresse diverse. La pillola, che va presa per cinque giorni, deve essere somministrata il prima possibile dopo la diagnosi di Covid-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. “La strategia terapeutica contro il Covid-19 continua a dare risultati ai cittadini”. Sulla nuova pillola “i dati sono promettenti anche sull’efficacia contro Omicron. Altri arriveranno nelle prossime settimane”, è stato il commento della commissaria Kyriakides.

Intanto la mappa settimanale pubblicata dall’Ecdc ha di nuovo segnato un rosso scuro in tutta Italia e tutta Europa. Ma dopo quattro settimane di classificazione al grado di rischio più alto, questa potrebbe essere l’ultima volta che la cartina diffusa dal Centro con sede a Stoccolma restituisca una situazione del genere. Dalla prossima settimana, infatti, le nuove mappe terranno conto sia del tasso di notifica delle infezioni che dell’adozione del vaccino, con un tasso ponderato che dovrebbe far abbassare il livello di rischio. Questo perché dal primo febbraio entrerà in vigore la nuova raccomandazione del Consiglio Ue. La stessa che ha suggerito agli Stati di prediligere il green pass al criterio della regione di provenienza. Solo quando vi sia una zona in rosso scuro la mappa potrà servire ai paesi per scoraggiare i viaggi. Ma Omicron ha mandato in tilt il sistema a semaforo della mappa, rendendola di fatto poco utile. Dalla prossima settimana, dunque, con i nuovi criteri, potrebbero abbassarsi i livelli di rischio. “Aspettiamo e vediamo quali numeri riportano gli Stati membri e quindi quanto sarà sfumata la mappa. Dopotutto, le mappe si basano sui numeri riportati dagli Stati membri”, ha detto una portavoce dell’Ecdc a LaPresse.

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