
Bruxelles, 19 gen. (LaPresse) – Un’Europa potenza del futuro, capace di rispondere alle sfide climatiche, tecnologiche, digitali ma anche geopolitiche, un’Europa indipendente capace di decidere da sola. Davanti al Parlamento europeo Emmanuel Macron non ha voluto fare il solito elenco delle priorità di una presidenza di turno Ue. Il presidente francese, giocando in casa a Strasburgo, ha voluto usare la tribuna dell’Eurocamera per illustrare la sua visione ampia di rilancio dell’Unione europea. Un discorso ambizioso di fronte a una plenaria fresca di nomine, con una nuova presidente e 14 nuovi vice. L’integrazione europea si basa sulle promesse della democrazia, del progresso e della pace, ha detto, ma queste sono ora in pericolo. Per questo bisogna rilanciare il progetto europeo, e quale migliore occasione se non durante la presidenza di un grande paese fondatore guidato da un leader europeista in cerca di riconferma nelle presidenziali di aprile.
Macron ha toccato anche temi che finora erano stati accantonati: come quello di aggiornare la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, di 20 anni fa, inserendo un riferimento “sulla protezione dell’ambiente o sul riconoscimento del diritto all’aborto”. Un tema quest’ultimo al centro delle polemiche nei giorni scorsi per delle posizioni passate della neopresidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. Ma anche, se la Conferenza sul futuro dell’Europa lo richiederà – altra iniziativa voluta fortemente dalla Francia – riprendere la modifica dei Trattati dando al Parlamento europeo il diritto di iniziativa legislativa, in un percorso assieme alla Germania. E infine semplificare le norme per l’allargamento dell’Unione. “Sappiamo molto concretamente che non è l’Europa attuale, con le sue regole operative, che può diventare un’Europa a 31, 32 o 33. Non è vero, mentiremmo a noi stessi”, ha affermato sostenendo il diritto dei paesi dei Balcani occidentali di aderire all’Ue in “tempi ragionevoli”. Di fronte alle minacce interne ed esterne all’Ue deve essere forte la difesa dello stato di diritto, secondo Macron, perché “la fine dello stato di diritto è il regno dell’arbitrarietà, un segno del ritorno a regimi autoritari”.

Occorre progredire sui diritti sociali e dei lavoratori, ha evidenziato l’inquilino dell’Eliseo. “E’ la solidarietà che ci ha permesso negli ultimi due anni di salvare vite umane e proteggere i posti di lavoro” e la Presidenza francese vuole continuare questo lavoro “per offrire a tutti posti di lavoro qualificati”, un salario minimo, “ridurre il divario salariale tra donne e uomini, creare nuovi diritti per i lavoratori sulle piattaforme digitali, introdurre quote per le donne nei consigli di amministrazione delle aziende”.
Per Macron è fondamentale “proteggere le nostre frontiere esterne, anche sviluppando una forza intergovernativa di intervento rapido”, ma anche dimostrare un’accoglienza condivisa in solidarietà tra gli Stati membri “come abbiamo fatto tra il 2018 e il 2021” e “costruire partenariati con i paesi di origine e di transito per combattere le reti di contrabbando e rendere efficace la nostra politica di rimpatrio”. Un tema che va di pari passo con quello dell’Africa, su cui il presidente francese si è soffermato molto.
“L’Europa ha il dovere di proporre una nuova alleanza al continente africano. I destini delle due sponde del Mediterraneo sono legati, e non possiamo affrontare decentemente il tema della migrazione senza affrontarne le cause profonde ed evocare il destino comune con il continente africano”, ha rimarcato annunciando la promessa di distribuire 700 milioni di dosi di vaccini entro giugno 2022. Un tema rilanciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, bloccata a Bruxelles, come il presidente Charles Michel, per aver avuto contatti con un positivo al Covid. “Vogliamo una vera partnership con l’Africa. Dobbiamo lavorare con i paesi africani nel definire le proprie ambizioni e il percorso verso una crescita sostenibile”, ha scritto su Twitter, annunciando “un pacchetto di investimenti con il Global Gateway” per il vertice Ue-Africa, che sarà presentano a Dakar a febbraio. Infine l’attenzione al clima, su cui l’Europa “con l’obiettivo della carbon neutrality nel 2050 si è posto i primi ambiziosi obiettivi del pianeta” e la sicurezza. E la sicurezza con l’approvazione della Bussola Strategica per una difesa comune. “L’Europa deve armarsi non per sfiducia nei confronti di altri poteri, no, ma per garantire la sua indipendenza e per essere libera”, ha rimarcato.