Ue: Metsola trionfa alla guida dell’Eurocamera, il Ppe fa l’en plein a Bruxelles

EP Plenary session – Election of the President of the European Parliament – Announcement of the results of the first ballot

Bruxelles, 18 gen. (LaPresse) – Con una maggioranza più ampia del previsto il Partito popolare si prende la presidenza del Parlamento europeo. La maltese Roberta Metsola è stata eletta al primo turno staccando i suoi rivali con 458 voti su una maggioranza assoluta di 309. La giovane eurodeputata del Ppe si era già fatta notare all’interno del gruppo dei popolari che l’avevano scelta come vicepresidente, poi divenuta vicaria di Sassoli nel novembre 2020 quando ha sostituito l’irlandese Mairead McGuinness, traslocata in Commissione europea. Da candidata in pectore del Ppe, negli ultimi mesi il suo atteggiamento istituzionale si era accentuato tra i palazzi del Parlamento europeo, fino alla gestione della transizione con la scomparsa del presidente Sassoli.

Forse sulla scia del tragico evento che ha portato un clima di unità nell’Eurocamera, il consenso attorno alla sua figura è andato aumentando. Prima l’annuncio della Lega del voto a favore (nel 2019 si erano espressi contro Sassoli), poi il ritiro del candidato dei sovranisti di Ecr (dove siedono i deputati di Fratelli d’Italia), Kosma Zlotowski, e il conseguente appoggio a Metsola, infine il via libera dei socialisti, che a dicembre avevano tentato di rompere il patto dell’alternanza di inizio legislatura con i popolari avanzando l’ipotesi di un Sassoli bis e nei giorni scorsi aperto a un appoggio della candidata dei Verdi. Oltre alle 75 schede bianche o nulle il resto dei voti è andato alla candidata dei Verdi, la svedese Alice Kuhnke (101), e a quella de La Sinistra, la spagnola Sira Rego (57).

In un’aula ancora commossa per l’intensa cerimonia del giorno prima, non poteva mancare il riferimento a David Sassoli. “Era un combattente per l’Europa. Credeva nel potere dell’Europa di forgiare un nuovo percorso in questo mondo, grazie David. Onorerò la memoria di David battendomi per l’Europa”, è stato l’incipit del suo discorso. La neopresidente ha detto di volersi spendere contro “la narrativa enti-europeista che si diffonde così rapidamente” e “la disinformazione che si è diffusa durante la pandemia” che “ha alimentato il nazionalismo, l’autoritarismo, il protezionismo”. Nel suo discorso si è poi definita tra i primi della generazione Erasmus e dell’ultima generazione Walesa. Con i suoi 43 anni, compiuti proprio nel giorno della sua elezione, è la presidente più giovane del Parlamento europeo, e la terza donna dopo Simone Veil e Nicole Fontaine, che ha voluto ricordare nel suo discorso. “So di stare sulle spalle di giganti – ha sottolineato -. Le spalle di Simone Veil, detenuta di Auschwitz 7-8-6-5-1, che ha strappato le catene di quella parte dolorosa della nostra storia europea”.

EP Plenary session – Election of the President of the European Parliament – Announcement of the results of the first ballot

Nelle sue parole molti riferimenti alle donne, agli emarginati, alla comunità Lgbtiq, ai giornalisti, compresa la sua concittadina Dafne Caruana Galizia morta per le sue inchieste. Come a voler allontanare le accuse di posizioni conservatrici che le sono state rivolte nelle ultime settimane. A cominciare dalle sue posizioni anti-abortiste, che riguardavano la politica interna maltese e non quella europea del Parlamento di Strasburgo, ha voluto sottolineare. “Abbiamo sottolineato che l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva è una parte essenziale del raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’eliminazione della violenza di genere – ha rimarcato rispondendo a una domanda in conferenza stampa -. Quindi questa è la posizione di questa Camera e io posso convincere due di voi che questa è la posizione che porterò avanti, come ho già fatto come vicepresidente”.

Parole di congratulazioni e auguri sono arrivate da tutte le istituzioni europee e da quelle italiane: da Palazzo Chigi e dal presidente Mattarella. Anche il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha rinunciato a essere a Strasburgo, ha avuto una lunga e cordiale telefonata con la nuova presidente del Parlamento europeo. Al Ppe è andata anche la carica di vicepresidente vicario. Con 536 voti Othmar Karas è risultato il candidato più votato, staccando di 9 voti Pina Picierno (Pd), e sarà lui tra i 14 vicepresidenti a sostituire Metsola in caso di necessità. Di fatto il Ppe si prende il posto della presidenza e del primo vicepresidente, che si aggiungono a quello di segretario generale Klaus Welle, in carica da tempo, oltre alla presidenza della Commissione europea e dell’Eurogruppo. Ai socialisti rimane solo la carica dell’Alto rappresentante per la politica estera, ricoperta da Josep Borrell.

 

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