Ucraina: Russia minaccia, armi a Cuba e in Venezuela.
Osce, rischio guerra mai così alto

Bruxelles, 13 gen. (LaPresse) – Più che dialogo si inizia a parlare di conflitto armato. I negoziati tra Russia e Nato con i colloqui paralleli con gli Usa sono già a uno stallo prima ancora di iniziare. Sale la tensione e la Russia non solo minaccia di dispiegare missili a Cuba e in Venezuela, ma continua ad ammassare i suoi mezzi ai confini dell’Ucraina e della Georgia. “Il rischio di guerra nell’area Osce è adesso più alto come mai prima negli ultimi 30 anni”, ha detto il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, che ha assunto la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Un dispiegamento militare russo a Cuba e in Venezuela non può essere escluso se le tensioni con gli Stati Uniti dovessero salire, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov. “Dipende tutto dall’azione degli Usa”, ha rimarcato, sottolineando che il presidente Vladimir Putin ha avvertito che la Russia potrebbe adottare misure tecnico-militari se gli Stati Uniti agissero per provocare Mosca e innalzare la pressione militare.

Da una parte si tesse la tela di un dialogo che non decolla, e dall’altra la si disfa con la retorica bellica e i movimenti di truppe. Solo ieri, mentre era in corso il Consiglio Nato-Russia a Bruxelles, le forze di Mosca si concentravano attorno ai confini ucraini e della Georgia. “E’ parte della pressione russa e non dovremmo negoziare sotto pressione”, ha detto Borrell entrando al Consiglio informale difesa a Brest, in Francia. L’Alto rappresentante assicura che l’Ue non è tagliata fuori dai negoziati ma deve capire cosa fare e avere una posizione unitaria. “Nonostante quanto è stato detto, siamo stati in costante contatto con gli Stati Uniti. Ci sono più di 100 contatti tra europei e Stati Uniti a tutti i livelli”, ha affermato il capo della diplomazia europea, “con gli Stati Uniti il coordinamento e la partecipazione sono assolutamente perfetti e ci è stato assicurato che niente sarà deciso o negoziato senza gli europei”.

Le tensioni spingono il progetto di difesa comune dell’Unione europea, contenuto nella cosiddetta Bussola strategica, che la presidenza francese aveva già deciso di inserire tra le priorità del suo semestre. Oggi i ministri della Difesa europei hanno fatto ulteriori progressi, inserendo delle modifiche in alcune aree relative al terrorismo e alla non proliferazione nucleare. L’obiettivo è quello di approvarla al vertice di marzo. “Il consenso è in costruzione. Ci sono modifiche, ma nessuna di queste modifiche influisce sull’idea di una capacità di dispiegamento rapido”, ha detto Borrell riferendosi alla forza di 5mila unità che l’Ue vuole mettere in campo dopo i numerosi tentativi falliti il passato. “Penso che gli eventi a cui stiamo assistendo siano un grande incentivo per sviluppare questo tipo di capacità”, ha rimarcato.

Di fatto, dopo i vari colloqui di questa settimana Stati Uniti e Nato hanno respinto la richiesta chiave della Russia di avere garanzie sull’espansione dell’Alleanza all’Ucraina e ad altri Paesi ex sovietici. Di contro il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito che non ci saranno compromessi sulla politica delle porte aperte né sulla difesa dell’integrità e sovranità dei paesi europei, Ucraina compresa. Posizione ribadita al Consiglio informale di Brest anche dal ministro Lorenzo Guerini. “Nessun compromesso sui principi della sicurezza europea e sull’integrità territoriale e sovranità dell’Ucraina”, ha detto il titolare della Difesa, esprimendo al contempo “sostegno alle iniziative in atto per assicurare la riduzione delle tensioni e lo sviluppo di un dialogo costruttivo”.

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