
Bruxelles, 5 gen. (LaPresse) – Una visita in un momento critico, sull’orlo di una nuova escalation del conflitto russo-ucraino. Non nasconde la preoccupazione l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, al termine della sua visita in Ucraina e nella zona contesa del Donbass. L’Ue ribadisce il proprio “sostegno pieno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina” e vuole dimostrare la propria presenza non solo con il supporto finanziario – oltre 17 miliardi di euro dall’acquisizione della Crimea da parte della Russia – ma con la volontà di coinvolgere direttamente l’alleato a Kiev nei colloqui con Mosca. “Siamo qui per lavorare insieme per allentare le tensioni del conflitto. La sicurezza dell’Europa e la sicurezza in Ucraina, perché l’Ucraina fa parte dell’Europa, è qualcosa che prima di tutto riguarda l’Europa e l’Ucraina”, ha detto Borrell in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba.
Borrell si dice convinto che “qualsiasi discussione sull’Ucraina deve coinvolgere prima di tutto l’Ucraina e per parlare di sicurezza in Europa non si può fare a meno non solo della consultazione anche della partecipazione degli europei”. Ma il dialogo con Mosca sembra in salita. L’Ue si sta coordinando con gli Stati Uniti, con la Nato e altri partner per arrivare alla piena attuazione dell’accordo di Minsk del 2015, che prevede appunto la demilitarizzazione della regione del Donbass. Il Cremlino, di contro, nega che le truppe nella regione dichiaratasi indipendente al termine del conflitto siano alle sue dipendenze e non perde occasione per accusare il governo di Kiev. Intanto proprio in quelle aree Borrell ha voluto toccare con mano la situazione a quasi otto anni dal conflitto. “Vediamo molti destini distrutti, famiglie divise su entrambi i lati della linea di contatto e l’accesso ai servizi di base per vivere e lavorare ostacolato”, ha detto dopo il sopralluogo nella regione di Luhansk. Una visita che il ministro degli Esteri ucraino ha definito storica, essendo il primo Alto rappresentate Ue a recarsi in quei luoghi. L’obiettivo principale resta l’allentamento delle tensioni con Mosca attraverso i negoziati ma senza perdere di vista la reiterata promessa di una reazione forte di fronte a un’eventuale aggressione di Mosca, perché “le due cose devono andare di pari passo”.

Il dialogo prosegue tra Washington e Mosca. Dopo la missione di metà dicembre della vicesegretaria di Stato americana Karen Donfried e la telefonata Putin-Biden di fine anno, la situazione è ancora congelata. Prima della sua visita a Kiev, Borrell aveva sentito il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, perché è proprio la richiesta di aderire alla Nato da parte dell’Ucraina che fa da sfondo allo scontro con Mosca. E vero che “il panorama geopolitico sta cambiando molto rapidamente”, ha osservato Borrell, ma “non siamo più ai tempi di Yalta. La delimitazione delle sfere di influenza tra le due grandi potenze non appartiene al 2022”.
Dello stesso avviso il ministro Kuleba, che ha ribadito il sostegno al dialogo e al lavoro congiunto con l’Ue, senza però escludere la preparazione di nuove dolorose sanzioni. “La Russia non ha il diritto di dividere l’Europa in aree di influenza e non ha il diritto di definire dove e quando l’Unione europea si allargherà. E che tipo di relazioni dovrebbero avere l’Ucraina e l’Unione europea. Questo è un diritto esclusivo di Kiev e Bruxelles”, ha rimarcato in conferenza stampa. Lunedì il ministro si recherà nella sede della Nato per incontrare il segretario generale Stoltenberg.